Sulla “Pasta con la Salsa” – la madre di tutte le pastasciutte siciliane – ci si potrebbre scrivere un libro, sia per i tipi di pasta da usare, sia per come viene realizzata la salsa, sia per quale condimento aggiungere, così – magari – da farla diventare un altro primo piatto. Apparentemente semplice, può essere superlativa o immangiabile. Qui è proposta secondo la tradizione, con delle modernizzazioni utili – probabilmente – nella maggior parte dei casi.
La ricetta originale prevede l’utilizzo della salsa in bottiglia realizzata durante l’estate. Laddove non se ne avesse a disposizione, si può fare una salsa espressa utilizzando pomodori pachino (o eventualmente datterini) oppure una passata industriale in bottiglia di buona qualità o un mix tra i due tipi di condimento.
Per la realizzazione della salsa espressa, soffriggere della cipolla (quantità a seconda dei gusti) e, quando dorata, aggiungere i pomodori e/o la passata, un pizzico di sale, un pizzico o poco più di zucchero e abbondate basilico fresco, che ormai si può reperire anche in inverno, seppure meno profumato. Aggiungere 1 o 2 bicchieri d’acqua e fare stringere la salsa. Quando sarà ristretta, se si saranno usati pomodori freschi, passarla o frullarla in modo da farla diventare quasi una crema.
Cuocere la pasta – secondo la tradizione, spaghetti o ditalini – al dente e, dopo averla scolata, in alternativa:
1) servire direttamente sul piatto aggiungendo sopra la salsa;
2) ripassare velocemente la pasta con la salsa nella pentola di cottura per amalgamarle bene e poi servire su un piatto da portata.
Portare in tavola ulteriore salsa da aggiungere e abbondante caciocavallo grattuggiato o, in mancanza, parmigiano.
Da mangiare rigorosamente con forchetta e cucchiaio gli spaghetti e con il cucchiaio i ditalini.